Spremute di Decameron #6

L’ultima giornata del Decameron è dedicata a chi ha operato del bene. Qui Boccaccio, sotto il reggimento di Panfilo, mette in bocca alla bella Neifile la novella di Messer Ruggieri de’ Figiovanni. Nato toscano, ricco d’animo e di denari, Ruggieri un giorno decise di trasferirsi in Spagna per dimostrare il valore che in patria non poteva mostrare, a causa dei costumi stessi della sua terra.Prese quindi dimora presso il gran Re Alfonso, che ai tempi era considerato l’uomo più valoroso al mondo.

Presto Ruggieri si fece riconoscere per il suo gran valore, nelle armi come con i cavalli. Di una cosa sola si dispiaceva: il Re donava terre e palazzi a chi meno lo meritava. E non a lui.Così un giorno Ruggieri decise di spostarsi, furioso, a suo modo, per la scarsa considerazione del Re. Chiese commiato e gli fu concesso, insieme a una mula con la quale percorrere la lunga strada.Il Re, sospettoso oltre che valoroso, mandò dietro lui un famigliare per scoprire quel che Ruggieri pensava di Sua Maestà.

E ciarlando e marciando, si fece notte e i due decisero di fermarsi e stallare le rispettive bestie.Peccato che la mula non si unì alle altre della stalla. E Ruggieri disse: «Ah, mula, tu sei come il signore che a me ti donò!». Sentite queste parole, con una scusa, il famigliare convinse Ruggieri a tornare indietro, al cospetto del Re. Questo chiese a Ruggieri il perché di quelle parole. E così lui rispose quel che pensava: «Mio re, tu non mi dai la considerazione che il mio valore merita». Il Re, sorridente, gli disse che in realtà era Ruggieri stesso a scegliere la sua fortuna. «E te lo dimostrerò», aggiunse.

Alfonso sovrano di Spagna mise così Ruggieri di fronte a due forzieri chiusi, uno pieno di terra e l’altro pieno di oro, e scettro e corona. Ruggieri puntò il dito su uno dei due e lo aprì: era quello pieno di terra. «Vedi, Ruggieri, che è vero quanto dico della fortuna: ognuno sceglie la sua«, disse il Re.Ma questa è la giornata dei magnanimi. E infatti il Re spiega al cavaliere che il suo valore merita che la volontà del sovrano si opponga alla fortuna. E così dona a Ruggieri ori e denari, beni preziosi e ricchezze: il forziere che la fortuna gli tolse.

Con quella fortuna ritrovata il Re rispedì Ruggieri nelle sue contrade. Il regalo, simbolo della stima del Re, avrebbero fatto in modo che anche la sua gente comprendesse il gran valore di Ruggieri. Spesso è il sospetto stesso o l’impazienza a celare la fortuna. Chi troppo vuole nulla stringe, dice il proverbio. E la pazienza è la virtù dei più fortunati.

Giornata 10

Novella 1